Vigilanza privata nel Meridione, come uscire dalla crisi da COVID-19

essecome intervista Luciano Basile (*), CEO di Sicurtransport S.p.A., sulle esigenze del settore per uscire dalla crisi da COVID-19:

Dal punto di vista del maggiore operatore dell’area, come si presentava prima della pandemia il mercato della vigilanza e del trasporto valori nelle regioni meridionali?

Prima della pandemia, nel Meridione si fotografava un settore in fase di profondo cambiamento nelle sue determinanti fondamentali: si rilevavano – e si rilevano - esigenze di sicurezza sempre più ampie ed evolute espresse dalla committenza ed un generale bisogno di far fronte ad un'insicurezza percepita come una priorità dalla maggior parte dei cittadini.
E' evidente che oggi alle tradizionali esigenze di sicurezza anticrimine si antepongono quelle di sicurezza sanitaria, che assumono un ruolo di spicco anche nei servizi che oggi fornisce la vigilanza privata. Sicurtransport S.p.A., nella sua posizione di leadership del settore per il Sud Italia, sente forte questa responsabilità: con la massima attenzione al futuro e alle nuove tecnologie, continueremo ad offrire i migliori servizi, adattandoci alle nuove richieste della fase 2.

Quali effetti ha provocato il lockdown sulla domanda per il vostro Gruppo?

Sicurtransport è il più grande operatore del Meridione e si occupa di trasporto valori e vigilanza privata. Il trasporto di valori ha subito la contrazione di tutte le attività economiche, commerciali e del settore bancario, con una conseguente riduzione del giro di affari che si aggira sul 50%.
Il mercato della grande distribuzione organizzata è invece in tenuta: grazie alle guardie giurate è possibile gestire i flussi di clientela e rilevare tramite termoscanner eventuali stati febbrili non compatibili con l’accesso.
Purtroppo, però, anche la vigilanza privata ha subito un calo stimato in un 20%, per via del crollo della richiesta delle attività di security aeroportuale dovuto ai blocchi dei voli.
Sul fronte dell'occupazione, ci sono state purtroppo ricadute che hanno reso anche per noi necessario ricorrere alla cassa integrazione in deroga.
La nostra priorità è comunque stata da sempre quella di tutelare la salute dei lavoratori con DPI, sanificazione degli ambienti, distanziamento, smart working ove possibile ed una polizza assicurativa gratuita per tutti i dipendenti in caso di contrazione del virus Covid-19.

Cosa ritenete sia necessario per sostenere la ripartenza? Cosa chiedereste al Governo nell’immediato e nelle fasi successive?

Oltre alla necessità di rispondere con forza a questo nemico invisibile evitando pericolose ricadute, vi è certamente un nemico altrettanto subdolo, costituito dalla non virtuosità della macchina burocratica.
Per sostenere la ripartenza, occorre virare il più rapidamente possibile verso un atteggiamento di snellezza burocratica e di maggiore disponibilità da parte del mondo creditizio.
Per immaginare un’era post-Covid sarebbe necessario un credito d’imposta per le perdite e una moratoria complessiva dell'imposizione: la sola sospensione costringerà le imprese a fare debiti per pagare altri debiti.
Più che un sostegno, sembra un cappio dorato. L’Italia necessita di forza per allentare e liberare le imprese da quel cappio, che diversamente finirà per strangolare il tessuto imprenditoriale fino all’ultima goccia di dignità.

* Luciano Basile è stato fondatore, con il suo gruppo, di UNIV della quale è stato per anni Vice Presidente, ed è attualmente punto di riferimento per il Sud e la Sicilia, zone nelle quali è leader per il trasporto valori.

A cura della Redazione - in caso di riproduzione citare la fonte

 

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