Sicurezza integrata per la Sanità secondo l’Istituto di Vigilanza Coopservice

intervista a Luca Pacitti, direttore operativo di Istituto di Vigilanza Coopservice

Quali soluzioni proponete per rendere più sicura la permanenza all’interno delle strutture sanitarie dei pazienti e degli operatori?

Il contesto delle strutture sanitarie è oggi estremamente articolato e in continua evoluzione. Garantire la sicurezza in ambienti come ospedali, pronto soccorso, reparti psichiatrici e case di cura rappresenta una sfida quotidiana, che richiede competenze specifiche, flessibilità operativa e una profonda conoscenza del settore.
Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e socio-sanitarie tra le professioni che registrano un numero crescente di episodi di violenza spiccano quelle sanitarie. Nel 2024 sono state segnalate oltre 18mila aggressioni (+15% rispetto al 2023), per un totale di circa 22mila operatori coinvolti, soprattutto donne (più del 60%). A essere più colpiti sono gli infermieri (oltre il 55%), seguiti da medici (17,3%) e operatori sanitari (9,5%). I luoghi più interessati dal fenomeno sono gli ospedali, in particolare: Pronto Soccorso, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura e Aree di Degenza.
In questo scenario, l’esperienza maturata da Istituto di Vigilanza Coopservice in oltre 30 ospedali e presidi sanitari ci consente di offrire soluzioni mirate e di costruire modelli di servizio personalizzati, capaci di rispondere alle esigenze specifiche di ogni struttura. La sicurezza non può essere standardizzata: ogni ambiente sanitario ha caratteristiche proprie, sia in termini architettonici che di tipologia di pazienti e operatori. Una casa di cura, ad esempio, presenta criticità diverse rispetto a un pronto soccorso, e richiede un approccio differente.
Tra i servizi considerati imprescindibili in determinati contesti, vi sono il presidio fisso e il pattugliamento dinamico da parte di guardie giurate, formate appositamente per operare in ambienti sanitari. Queste figure professionali non solo rappresentano un deterrente visibile, ma sono anche preparate per gestire situazioni complesse, come accessi non autorizzati, episodi di aggressività o emergenze improvvise. Il collegamento diretto con la Centrale Operativa consente di attivare tempestivamente le forze dell’ordine, garantendo una risposta rapida ed efficace.
A questi servizi affianchiamo altre soluzioni, più tecnologiche, come i sistemi di controllo accessi evoluti, che regolano i flussi di visitatori in entrata e in uscita, e la videosorveglianza con intelligenza artificiale che, opportunamente addestrata, si rivela estremamente efficace nel rilevare comportamenti sospetti o situazioni di rischio, contribuendo in modo significativo alla prevenzione degli incidenti.
Poi ci sono tecnologie, come l’audio detection, che permettono di attivare allarmi in base a parole chiave pronunciate nelle aree sorvegliate, mentre sistemi di deterrenza vocale possono emettere messaggi di avviso automatici in risposta a eventi rilevati dalle telecamere.
Queste soluzioni, integrate in un ecosistema di sicurezza, aumentano il livello di protezione e riducono i tempi di reazione.

Avete sviluppato o avete in programma soluzioni tecnologiche e/o servizi per applicazioni in ambito sanitario non di security?

La nostra visione della sicurezza si sta ampliando verso un concetto più integrato, che include l’uso intelligente della tecnologia in altre applicazioni.
Stiamo lavorando a soluzioni già consolidate in altri ambiti, come il sistema “man down”, che consente di rilevare automaticamente situazioni critiche, come cadute o malori, sia per il personale sanitario che per i pazienti. Questo sistema può essere integrato con dispositivi wearable e rappresenta un valido supporto nei contesti sanitari.
Un altro ambito di sviluppo riguarda la videoanalisi comportamentale, che permette di monitorare in tempo reale i movimenti dei pazienti e di rilevare eventi anomali, come cadute, immobilità prolungata o comportamenti incoerenti. In caso di rilevamento, il sistema invia un alert consentendo un intervento tempestivo. Stiamo inoltre esplorando l’utilizzo del segnale Bluetooth per il monitoraggio degli spostamenti dei pazienti, in particolare quelli affetti da Alzheimer o da altre patologie neurodegenerative. Questo tipo di tecnologia consente di rilevare allontanamenti non autorizzati e di intervenire prima che la situazione diventi critica.

In conclusione, come immaginate l’evoluzione del ruolo degli istituti di vigilanza nel settore sanitario nei prossimi anni?

Crediamo che il ruolo degli istituti di vigilanza sia destinato a evolversi da semplice presidio fisico a partner tecnologico e operativo delle strutture sanitarie. La sicurezza sarà sempre più integrata con la gestione dei dati, la protezione delle strutture e la continuità dei servizi. La sfida sarà quella di anticipare i bisogni, investire in formazione e innovazione, e costruire soluzioni su misura che mettano al centro la persona, la tecnologia e la prevenzione.

Contatti:
Istituto di Vigilanza Coopservice
Via Rochdale, 5 Reggio Emilia
www.vigilanzacoopservice.it

 

#Coopservice #Luca Pacitti #Istituto di Vigilanza Coopservice #sanità #sicurezza integrata #strutture sanitarie #vigilanza privata

errore