Assovalori, punto di riferimento dei cambiamenti nel CIT
intervista a Antonio Staino, Presidente Assovalori
Il mondo del CIT è interessato direttamente dal modello “Cash-in-shop” che potrebbe modificare in modo significativo l’attuale ciclo del contante. Qual è la vostra posizione in merito?
Gli effetti della desertificazione degli sportelli bancari, specialmente nei piccoli centri e nelle aree interne, causano l’esclusione sociale soprattutto per gli anziani e aggravano lo spopolamento di piccoli comuni, in quanto viene ridotta l’attrattività dei territori. Considerato che nel 2024 sono stati chiusi 500 sportelli bancari e nel primo semestre 2025 altri 261 e se aggiungiamo a tutto questo la riduzione degli sportelli ATM, riteniamo che “Cash in shop” possa essere una formula di facilitazione all’accesso al contante.
Tuttavia, Cash in Shop, che si pone come alternativa che permette il ritiro ed il versamento di contante presso piccole attività commerciali di prossimità che aderiscono all’iniziativa, seppur come detto sia valutato positivamente, nasconde molte criticità dettate dalla giacenza di contante, con i rischi legati alla custodia e le modalità di ricircolo.
Ad oggi, il ricircolo del contante è affidato, oltre che ai canali bancario e di Poste, alle sole figure iscritte all’albo dei gestori del contante tenuto da Bankitalia, le quali sono soggette a una serie di controlli ed ispezioni, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo: le verifiche costanti di efficienza delle apparecchiature verificatrici, le selezionatrici che devono essere tutte certificate BCE, l’obbligo di formazione del personale addetto alla sala conta, il rispetto della normativa sull’antiriciclaggio, ecc..
Detto questo, è facilmente immaginabile che, in assenza dei requisiti richiesti dalla normativa antiriciclaggio per i gestori del contante, senza una formazione professionale degli addetti, l’utilizzo di verificatrici certificate adeguatamente mantenute e l’oculato controllo dagli organi di vigilanza preposti, potrebbe essere alto il rischio di rimettere in circolo banconote non conformi a quanto previsto dalle norme vigenti.
In secondo luogo, non deve essere trascurato l’aspetto legato alla sicurezza della custodia del denaro, con utilizzo di sistemi d’allarme e mezzi forti adeguati, oltre all’obbligo di garantire la protezione e l’incolumità delle persone presenti all’interno delle attività, che potrebbero essere fortemente attenzionate dalla micro criminalità che, come noto, agisce con attacchi sempre più spesso feroci e efferati.
In conclusione, Assovalori valuta positivamente la facilitazione dell’accesso al contante a fronte di un attento monitoraggio degli esercenti convenzionati ed a condizione che non vengano trascurate le criticità summenzionate.
In base all’esperienza internazionale, gli operatori del CIT dovrebbero modificare il proprio modello di business, passando dalla mera gestione fisica del contante in back-stage alla logistica integrata, comprendente i sistemi front-line. Sono pronte le imprese italiane del settore a questa evoluzione?
A fronte di oltre 90 CIT italiane presenti nel settore non meno di 15 anni fa, oggi si contano solo 14 imprese, di cui 9 qualificate come operatori minori, conseguenza derivata da molteplici fattori: dalle modifiche portate dal DM 269 in tema di territorialità delle licenze, dalle fusioni dei soggetti bancari che hanno richiesto al mercato un unico fornitore e l’impatto economico dei costi gestionali dovuti all’introduzione dell’albo dei gestori del contante non finanziari presente presso Banca d’Italia, con il compito di vigilanza soprattutto in materia antiriciclaggio.
Detto questo, è facilmente intuibile che il mondo delle CIT italiane si è visto costretto ad affrontare un cambiamento impattante che necessita di ulteriori adeguamenti di riconversione ed innovazione, tenuto conto delle differenti capacità d’investimento tra i grandi gruppi e gli operatori minori.
L’eterogeneità strutturale, le differenze geografiche, orografiche, di viabilità e densità di presenze di clientela, la disomogeneità operativa delle banche, l’incertezza di normativa sono tutti fattori che incidono in modo significativo sull’evoluzione, rallentando o accelerando il cambiamento.
Quale ruolo si ritaglia Assovalori in una fase così importante per il comparto?
Assovalori è stata di ausilio per la definizione dei requisiti necessari per l’iscrizione ed il mantenimento all’albo gestori del contante non finanziari presso Banca d’Italia, con un ruolo strategico per gli operatori minori rappresentando le esigenze del comparto, facilitandone il processo di transizione, adeguamento e formazione.
Assovalori è inoltre portavoce delle CIT ai tavoli decisionali istituzionali ritagliandosi il ruolo chiave presso Banca d’Italia, ABI, COBAN e OSSIF per l’interesse dell’intera filiera.
La continuità operativa, la sicurezza e capillarità del servizio di ricircolo del contante, oltre alla tracciabilità ed al valore, è una necessità del sistema paese e l’associazione è attiva per facilitare e garantire il processo evolutivo in ogni suo aspetto.
Avete in programma iniziative specifiche per i vostri associati?
Molte sono state le iniziative portate sui tavoli e da tempo discusse e condivise con i nostri interlocutori, che al momento di essere messe in pratica si sono arenate, e mi spiace dover rimarcare, non per nostra volontà.
Le necessità di cambiamento e innovazione sono più che mai vitali per la sopravvivenza del comparto, tanto che Assovalori è stata ideatrice e promotrice del corso di formazione in modalità e-learning realizzato da securindex formazione per le figure che maneggiano, confezionano e ricircolano le banconote degli incassi tra gli esercizi commerciali e la clientela.
Il corso si pone come obiettivo di prevenire l’accettazione da parte dei cassieri di banconote non idonee al ricircolo, riducendo il numero di anomalie riscontrate in fase di verifica presso le sale conta, verbali di presunti falsi, danneggiati o provenienti da sospetti illeciti con vantaggi per tutta la filiera interessata.