Proteggere i data center da intrusioni e manomissioni interne

di Marco Censi, Regional Sales Manager Italia per OPTEX

I data center sono fondamentali nella maggior parte delle operazioni istituzionali e commerciali odierne. Con server collegati in rete e apparecchiature di comunicazione, permettono ad aziende e istituzioni di accedere, trasferire e archiviare le informazioni digitali. I computer di questi centri sono raffreddati meccanicamente per evitare surriscaldamenti e si predispongono sistemi di alimentazione alternativa per evitare interruzioni del servizio. Il tipo di dati che gestiscono e proteggono può variare, ma di certo si tratta di dati importanti e sensibili.
Di conseguenza, gli ambienti occupati da sistemi tanto complessi, costosi e interdipendenti devono essere difesi da qualsiasi accesso non autorizzato.
È normale che gli edifici che ospitano i data center siano tutelati da un primo livello di sicurezza costituito da recinzioni perimetrali e barriere ma è indispensabile progettare un secondo livello nelle sale dei generatori e dei rack dei server, onde evitare che criminose intrusioni provochino danni o manomissioni gravi quanto quelli causati dai cyber-attacchi.

Soluzioni di sicurezza perimetrale ed esterna
Come tutti i siti sensibili, i data center richiedono più livelli di protezione tramite la messa in sicurezza di un’eventuale recinzione (che può essere tagliata o scavalcata), la protezione del perimetro mediante barriere e/o dei tetti e delle pareti esterne (protezione da eventuali scalate, perforazioni o semplici ingressi da uscite di sicurezza). Per questo si consiglia una combinazione di più livelli di sicurezza: un sistema recinzione/muri esterni e un “muro virtuale” per rilevare eventuali intrusioni ed essere in grado di fornire una risposta tempestiva.
Tipicamente, i sensori a fibra ottica sono applicabili direttamente su recinzioni o muri oppure a terra, perché registrano le vibrazioni causate dai tentativi di tagliare la linea perimetrale o di scavalcarla. Estremamente affidabile, tale soluzione offre anche un basso costo di gestione.

Mediante i sensori OPTEX a tecnologia LiDAR, i REDSCAN, è possibile creare delle pareti virtuali nelle varie zone d’accesso come cancelli, tornelli pedonali, banchine di carico, uscite d’emergenza; perfino coprire un’intera parete dell’edificio. È inoltre capitato che gli intrusi siano riusciti a perforare le pareti o a entrare da lucernari sui tetti degli edifici. Per la protezione delle pareti, OPTEX suggerisce due tecnologie, a seconda dell’uso: i sensori a fibra ottica potranno rilevare le vibrazioni del trapano sul muro mentre il muro virtuale creato dal sensore laser rileverà chiunque si avvicini all’area delimitata. Il laser virtuale LiDAR potrà proteggere il tetto esterno con estrema precisione, dal momento che non risente minimamente delle condizioni di luce o di quelle atmosferiche. Inoltre, la stessa tecnologia potrà creare un soffitto virtuale per l’interno, funzionando anche nell’oscurità più totale o a basse temperature, condizioni queste comuni all’interno dei data center. Inoltre, se si desidera aggiungere una verifica visiva e una protezione a lungo raggio, REDSCAN Pro è munito di una telecamera integrata che permette una copertura ideale per le strutture molto ampie.

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