#confierezza

Editoriale di essecome online 3/2020

Nel servizio del TGR Veneto, il fuoristrada della Protezione Civile risale sotto il nevischio una strada scavata sul fianco della montagna. I pini e i larici abbattuti a destra e sinistra ricordano la tempesta Vaia del 2018.
La strada finisce in un piccolo spiazzo con alcune case attorno, tutte chiuse tranne una, con il fumo che esce dal camino e una finestra illuminata. Il volontario parcheggia il fuoristrada, prende dal bagagliaio un sacco con le provviste e si avvia verso la casa assieme al giornalista che lo ha accompagnato fin lassù.
Davanti alla porta li aspetta un uomo con lunghi capelli bianchi che li saluta amichevolmente.

“Come va Toni, tutto bene?” chiede il volontario porgendogli il sacco.
“Certo che si” - risponde allegro l’uomo - “non arriva mica il virus quassù!”
Rivolgendosi al giornalista, gli spiega: “Vivo qui da solo dall’ottobre del 2018, la tempesta ha buttato giù gli alberi ma non me.
Altre due famiglie sono andate via in città, io me ne resto qui anche se ho 82 anni.”
“Ma come fa a resistere all’isolamento?”
- gli chiede il giornalista - “Giù si lamentano tutti, dopo due settimane di quarantena...”
“Con fierezza, come un leone”
, gli risponde Toni con un sorriso, offrendogli una tazza di caffè fuori dalla porta.

Il piccolo, grande messaggio di Toni fa riflettere. In queste settimane, stiamo provando tutti la paura di venire contagiati dal coronavirus ma, forse ancor di più, siamo spaventati per quello che domani succederà all’economia, al nostro lavoro, alle nostre relazioni. Vedere che questa tempesta sta colpendo tutti, in ogni parte del mondo, non consola affatto.

Keep Calm & Carry On: all’inizio di marzo avevamo ricordato l’inflazionata (e spesso storpiata) esortazione del governo inglese durante la II Guerra mondiale. A distanza di un mese, siamo quasi stupiti dalle capacità di sopportazione e di reazione che la grande maggioranza del popolo italiano sta dimostrando.
Lo straordinario esempio dei medici e degli infermieri in prima linea negli ospedali è stato raccolto da chi non si è fermato: assistenti degli anziani, operatori dei supermercati, lavoratori della catena alimentare, fattorini delle consegne a domicilio, tecnici dell’acqua, del gas, della luce e tanti altri oscuri, indispensabili comprimari della nostra resilienza.

Chi lavora nella sicurezza sta affrontando una prova durissima: mentre le forze dell’ordine dello Stato devono controllare il rispetto delle ordinanze sul territorio in aggiunta ai già gravosi impegni ordinari di sicurezza pubblica, la filiera privata (guardie giurate, tecnici installatori, operatori non armati) si trova in mezzo a due fuochi.
Da una parte l’imperativo di assicurare servizi di pubblica utilità - come il trasporto del denaro per le pensioni negli uffici postali, gli interventi su allarme, le manutenzioni e le installazioni di impianti urgenti - con enormi difficoltà a trovare i DPI, interpretare ordinanze contraddittorie, lavorare a ranghi ridotti, ecc.
Dall’altra, essere comunque soggetti privati alle prese con i problemi di liquidità che in questo momento colpiscono ogni attività, nessuna esclusa, provocando pesanti interrogativi sul futuro della continuità operativa della propria azienda, dei clienti, dei fornitori.
Molti pensano che nel prossimo futuro ci sarà maggior bisogno di sicurezza. Potrebbero nascere nuove opportunità e gli operatori dovranno essere allora in condizioni di coglierle, oggi è importante resistere.
Con fierezza, come diceva Toni dalla montagna.

A cura della Redazione - in caso di riproduzione citare la fonte

 

#confierezza #COVID19 #coronavirus

errore