Sicurezza privata, di cosa stiamo parlando?
editoriale di essecome
Avvicinandosi la fiera SICUREZZA 2025, tradizionale momento di riflessione e di analisi delle condizioni di quel poliedro chiamato sicurezza, dobbiamo constatare quanto siano ancora distanti le sue due facce più importanti, i servizi di vigilanza e le tecnologie, che dovrebbero invece integrarsi completamente per rispondere alle richieste del mercato e aumentare il valore dell’offerta.
Le imprese tecnologiche si presenteranno alla fiera di novembre in ottima forma nei conti e nelle prospettive. A detta degli operatori, la domanda si è mantenuta sostenuta anche nel 2025 e nei prossimi anni dovrebbe continuare al traino delle applicazioni della IA, diventata una componente irrinunciabile per la sicurezza in ogni forma.
Le imprese della vigilanza arriveranno invece con i conti disastrati dai recenti aumenti del costo del lavoro che non riescono trasferire sulle tariffe pagate dai clienti. Di conseguenza, molti imprenditori non sono in grado di investire in tecnologie e competenze per uscire dalla morsa tariffe/costo del lavoro e oggi si trovano senza prospettive e senza progetti davanti ai prossimi, inevitabili rinnovi contrattuali.
E’ curioso notare che, dei due comparti sia in crisi quello regolamentato da leggi specifiche dello Stato, mentre l’altro vada benissimo muovendosi liberamente nel rispetto delle sole regole generali d’impresa.
Stupisce fino a un certo punto che parti importanti del mondo vigilantino chiedano al legislatore la soluzione dei propri problemi riesumando istituti desueti del TULPS del 1931, come la territorialità delle licenze e le tariffe amministrate. Preoccupa invece che ci sia anche chi pensi di aumentare l’armamento delle guardie giurate per dar loro maggiore autorevolezza, incurante dei dati drammatici sull’uso improprio di quelle armi in servizio e fuori servizio.
Sarebbe invece il momento di cercar di allentare il rapporto di subordinazione all’autorità allargando la visuale all’integrazione con le tecnologie, all’estensione in mercati limitrofi come il facility, alla riduzione delle abilitazioni a portare l’arma limitandola ai servizi a maggior rischio (p.e. scorte e presidi di obiettivi sensibili), banalmente come succede nel resto del mondo.
Fiera SICUREZZA 2025 sarebbe un’ottima occasione per un confronto serio e costruttivo tra tutte le parti interessate per cercare una formula condivisa da presentare in Parlamento per una “riforma della sicurezza privata” reale oppure per prendere atto dell’inconciliabilità delle posizioni e separare i rispettivi destini.
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