I risultati di KeyCrime a Milano all’attenzione della Casa Bianca

In un articolo pubblicato a fine aprile da alcune prestigiose testate online americane (Bloomberg, HeraldNet, Chicago Tribune, Charlotte Observer), l’editorialista Peter Orszag, già collaboratore di Barak Obama e di Bill Clinton, denuncia il basso numero di delitti scoperti e di autori arrestati, mettendo sotto accusa il sistema giudiziario americano e l’operato della polizia.

“Il vero problema è il modo con il quale abbiamo finora combattuto il crimine: ci siamo affidati troppo all’effetto dissuasivo delle pene detentive più lunghe, mentre molto fattori provano che la detenzione più lunga non prevenga gli atti criminali e provochi invece maggiore recidività. Effetti migliori potrebbero derivare non solo dall’ampliamento delle opportunità di istruzione e di occupazione, ma anche dall’aumento della consapevolezza che l’autore di un crimine possa venire catturato. Aumentare le probabilità di venire arrestati scoraggia la criminalità più di quanto facciano pene detentive più lunghe. Dopo tutto, la maggior parte delle persone è più sensibile alle conseguenze a breve termine (la possibilità di essere arrestati) rispetto a quelle a lungo termine (la permanenza in carcere). Diminuire il tempo di scoperta dei reati è possibile: a Milano, in Italia, la polizia usa da quasi un decennio KeyCrime, un software che predice le rapine in base al giorno, ora e luogo degli eventi già accaduti, correlando dettagli sui criminali coinvolti e le loro armi.”

Orszag continua riportando i dati delle analisi effettuate da Giovanni Mastrobuoni, ricercatore dell’Università di Essex, che dimostrano l’efficacia di KeyCrime mettendo a diretto confronto i risultati ottenuti sullo stesso territorio dai Carabinieri - l’altra forza di polizia italiana - che non dispongono del software in uso esclusivo alla Polizia di Stato.

L’articolista conclude con la considerazione che, oltre al miglioramento delle informazioni, “è essenziale ridurre i tempi di risposta, un fattore che migliora sostanzialmente la percentuale di chiusura dei casi. Questo richiede più risorse per la polizia - venendo comprovato dai fatti che con più agenti sul territorio ci sia meno criminalità - insieme a più ampio uso di software predittivi e, altro aspetto fondamentale, all’integrazione delle forze dell’ordine nelle comunità locali”.

Per informazioni su KeyCrime: www.facebook.com/keycrime

A cura della Redazione

 

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