Il diritto dei lavoratori ad un salario adeguato: approvata la legge delega su retribuzioni e contratti collettivi
avv. Ezio Moro, Partner Toffoletto de Luca Tamajo e Soci | Membro Commissione sindacale ANIVP
È stata pubblicata il 3 ottobre 2025 la Legge n.144 del 26 settembre scorso recante «Deleghe al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva nonché di procedure di controllo e informazione».
Lo scopo primario del provvedimento è garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore ad un salario proporzionato e sufficiente ex art. 36 della Costituzione, valorizzando il ruolo della contrattazione collettiva nella determinazione dei livelli salariali adeguati e senza individuare un salario minimo legale (come si è ipotizzato in precedenti disegni di legge).
In tal senso, il Governo è delegato, entro sei mesi, ad adottare decreti legislativi in materia di retribuzione e contrattazione collettiva al fine di riconoscere ai lavoratori trattamenti economici giusti ed equi nonché contrastare il lavoro sottopagato e il cosiddetto dumping contrattuale, realizzato da sistemi negoziali volti alla riduzione del costo del lavoro e delle tutele dei lavoratori.
Retribuzione e contrattazione collettiva
In particolare, l’azione governativa dovrà ispirarsi a specifici criteri direttivi:
1. individuare per ciascuna categoria di lavoratori i CCNL più applicati;
2. introdurre l’obbligo di riconoscere ai lavoratori impiegati nell’esecuzione di un appalto di servizi una retribuzione minima non inferiore a quella prevista dai CCNL più applicati nel settore oggetto del contratto;
3. favorire il rinnovo tempestivo dei CCNL e prevedere l’intervento del Ministero del Lavoro in presenza di accordi scaduti, non rinnovati nei termini o nei casi di settori non coperti da contrattazione;
4. promuovere la contrattazione di secondo livello quale strumento volto ad adeguare le condizioni di lavoro e di retribuzione alle specificità economiche e territoriali;
5. disciplinare forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa.
Controlli e informazione
La seconda delega mira all’adozione di provvedimenti per perfezionare la disciplina dei controlli sui fenomeni di concorrenza sleale, evasione fiscale e contributiva, lavoro sommerso o irregolare e per sviluppare un sistema di informazione pubblica e trasparente in materia di retribuzione e di contrattazione collettiva.
L’intento del Legislatore, che già si è concretizzato nel Codice degli appalti (art. 11) e nella riforma dell’art. 29 del d. lgs. n. 276/2003 in tema di responsabilità solidale del committente negli appalti, è quello di individuare, per ciascuna categoria, il contratto collettivo di riferimento i cui livelli retributivi saranno quelli che garantiranno una retribuzione costituzionalmente adeguata ai sensi dell’art. 36 Cost. e che rappresenteranno il benchmark anche per gli altri contratti collettivi eventualmente applicati nel settore.
Nella legge delega il riferimento è alla maggiore applicazione del contratto in riferimento al numero delle imprese e dei dipendenti.
Meno agevole, in assenza di ogni specifico riferimento nella legge delega, è comprendere come saranno individuate le varie categorie di riferimento.
Il CCNL Vigilanza privata e Servizi di Sicurezza
Alla luce delle novità normative in corso di emanazione, sarà fondamentale che il CCNL Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza sia individuato quale contratto di riferimento del settore, al fine di garantire alle aziende certezza nei rapporti con la committenza e con i propri dipendenti.
Tale individuazione dovrebbe essere in linea di principio naturale, ma, all’atto pratico, potrebbe essere tutt’altro che scontata.
Dovrebbe essere naturale perché il CCNL è oggi sottoscritto dalle organizzazioni dei datori e dei prestatori di lavoro maggiormente rappresentative ed è applicato da tutte le maggiori aziende del settore; inoltre la sfera di applicazione del CCNL è, rispetto ad altri contratti collettivi più “generalisti” la più attinente con le attività di vigilanza privata e dei servizi di sicurezza.
Potrebbe però non essere scontata, considerato che:
• la Sezione Servizi Fiduciari ante rinnovi del 2023 e del 2024, era stata al centro dell’ampio dibattito pubblico sul c.d. lavoro povero ed aveva determinato le note iniziative da parte della procura di Milano e le altrettanto note sentenze della Corte di Cassazione dell’ottobre 2023 che avevano dichiarato l’inadeguatezza dei trattamenti retributivi ivi previsti;
• seppure i trattamenti economici siano stati recentemente sensibilmente aumentati, resta il fatto che, a seguito del recente rinnovo del CCNL Multiservizi (spesso utilizzato in passato dalla giurisprudenza quale parametro di riferimento), il gap tra le retribuzioni previste dai due contratti si sta nuovamente allargando a favore del Multiservizi;
• gli accordi di rinnovo del 2023 e 2024 sono intervenuti a macchia di leopardo su alcuni aspetti normativi, ma non hanno portato all’adozione di un testo contrattuale organico.
Nelle more dell’adozione dei decreti delegati da parte del Governo, sarà necessario avviare un lavoro concreto e costruttivo con le Organizzazioni Sindacali, affinché il CCNL Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza possa essere individuato come contratto di riferimento. In tal modo, esso potrà recuperare un ruolo centrale nella regolamentazione del settore, ruolo che negli ultimi tempi era stato messo in discussione dal contenzioso penale e giuslavoristico che lo aveva interessato.
Per il raggiungimento di tale obiettivo, sarà indispensabile che le parti firmatarie del CCNL adottino scelte responsabili e lungimiranti.