Sicurezza sussidiaria, ampliare gli spazi di intervento

Giulio Gravina, co-fondatore del gruppo Italpol Vigilanza, parla dell'azienda di famiglia che fattura più di 100 milioni di euro ed impiega 3.000 addetti tra personale armato e disarmato, e dei programmi per il futuro.

Ci può riassumere prima di tutto la storia di Italpol?
Italpol nasce nel 1975 da una intuizione di mio padre. Oggi l’azienda, condotta dalla seconda generazione, si articola in tre anime: Italpol Vigilanza, l’azienda autorizzata ai sensi dell’art. 134 del TULPS, Italpol Servizi Fiduciari, specializzata nei servizi di sicurezza disarmati e Socyb, l’azienda tecnologica che in questo momento ha posto il suo focus sui servizi di Cybersecurity.

Quali sono le dimensioni attuali, l’area operativa, i servizi effettuati?
Oggi il gruppo Italpol fattura più di 100 milioni di euro ed impiega 3.000 addetti tra personale armato e disarmato. Si pone pertanto tra i maggiori player nazionali. Siamo autorizzati ad operare nel Lazio, Lombardia, Campania, Sardegna, Umbria, Alto Marche, Trapani (Pantelleria), ed eroghiamo tutte le attività disciplinate dagli artt. 134 al 141 del TULPS. L’Azienda ha comunque acquisito in questi anni un particolare know-how nell’erogazione dei servizi sussidiari così come definiti dall’art. 18 del DL 21 luglio 2005, n. 144, guadagnando una posizione di leader di mercato. Oggi i luoghi di transito più importanti del Paese sono vigilati da personale ITALPOL opportunamente formato nel rispetto del D.M. n. 154/2009.

Quali sono i progetti per il futuro?
Consolidare l’esperienza acquisita nei servizi sussidiari e crescere ulteriormente in questo ambito con l’auspicio che lo Stato assuma consapevolezza dell’apporto fornito dai privati e ne allarghi gli spazi d’intervento...

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