Facciamo partire da Sicurezza 2021 un New Deal del settore

Sicurezza 2021 coincide con un momento molto importante per il piccolo, grande mondo della sicurezza. In un periodo in cui la vita normale sta ripartendo e ognuno sta cercando di interpretare i segnali ed i riferimenti della “nuova normalità”, la filiera sta scoprendo di aver avuto la fortuna (e le capacità) di attraversare indenne la crisi potendo anzi dimostrare di essere determinante per il funzionamento della collettività e dei sistemi produttivi in ogni declinazione.
Oggi è più diffusa l’idea che la sicurezza non sia più un “costo a perdere” ma un capitale di competenze e di capacità da usare e valorizzare a vantaggio di tutti.

E’ del resto innegabile che, se abbiamo avuto elettricità, connessione, carburanti, cibo e medicinali senza interruzione di continuità anche nei momenti più difficili è perché la supply chain ha sempre funzionato bene grazie anche al lavoro dei responsabili della sicurezza delle infrastrutture critiche, della logistica e della distribuzione che hanno dovuto e saputo fronteggiare inaspettate emergenze “combinate” su tre livelli: fisico, informatico e sanitario.

Così come è anche merito dell’impegno e della dedizione delle guardie, giurate e non, che hanno fatto rispettare le regole sanitarie utilizzando spesso tecnologie sviluppate per altri impieghi di alta sicurezza, se in ogni angolo d’Italia abbiamo sempre potuto andare nei supermercati a fare la spesa e negli ospedali quando necessitava.

E se i reati predatori (furti e rapine) sono calati sensibilmente nel 2020 e nei primi mesi del 2021 rispetto al 2019, non è solo per i lockdown che hanno impedito la circolazione di ladri e rapinatori ma anche, e forse soprattutto, per la diffusione capillare di sistemi di sicurezza efficaci, per l’impegno degli installatori a mantenerli in funzione destreggiandosi tra DPCM e zone rosse, per la capacità delle centrali operative degli istituti di vigilanza di gestire allarmi e interventi.

Ora è giunto il momento d portare a sistema questo capitale attraverso un nuovo patto tra gli operatori della filiera e lo Stato con le istituzioni di riferimento, una sorta di “New Deal” per cui non serve un nuovo Roosevelt ma la consapevolezza e l’impegno delle parti interessate a valorizzare le professionalità emerse per sfruttarne al meglio le potenzialità sia in condizioni di quiete che di crisi. I security manager chiedono da tempo di essere accreditati presso le istituzioni come interlocutori di riferimento per la sicurezza del Sistema Paese; gli installatori sollecitano il “patentino” per valorizzare le proprie competenze e tutelare gli utenti finali; gli addetti alla sicurezza reclamano contratti e condizioni di lavoro più dignitosi mentre le imprese di servizi chiedono, a loro volta, il riconoscimento di prezzi adeguati ai committenti pubblici e privati.

Sottolineando che queste istanze porterebbero solo vantaggi a “costo zero” per lo Stato in termini di partecipazione alla sicurezza pubblica, di protezione dei cittadini, di creazione di posti di “lavoro buono” e, aspetto non trascurabile, di maggiori entrate fiscali, Sicurezza 2021 potrebbe diventare un’occasione unica di confronto tra le parti e farsi ricordare come l’edizione del “New Deal della Sicurezza”.
Parliamone.

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