150 anni dei Cittadini dell’Ordine, dal 1870 verso il futuro

Goffredo Cremonte Pastorello, discendente del fondatore dei Cittadini dell'Ordine, ripercorre per essecome le tappe di una storia che si intreccia con quella dell'Italia dall'Unità ad oggi e delinea i progetti per il futuro, che si adegueranno alle mutate condizioni del mercato dopo l'emergenza da COVID-19

I Cittadini dell’Ordine celebrano quest’anno 150 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1870. Può riassumere le tappe del percorso di un’azienda che si intreccia con la storia dell’Italia e che ha rappresentato anche il primo modello di vigilanza privata a livello mondiale?

Le esperienze migliori nascono spesso dalla necessità. Nel 1870 si chiudeva la stagione dell’Unità d’Italia con la presa di Roma e l’annessione dei territori pontifici, costringendo molti militari a cercare un altro lavoro. Giuseppe Lombardi, che era appunto un ufficiale garibaldino che aveva partecipato attivamente alla causa risorgimentale, ripensò le proprie professionalità fondando a Padova una nuova attività, mai vista fino a quel momento, i “Fattorini Notturni Privati”. Come oggi, le buone idee hanno necessità di supporto e respiro finanziario, ed ecco che il fondatore coinvolge nel progetto suo genero, il mio antenato Giulio Pastorello. Nascono così i “Cittadini dell’Ordine”. Nell’Italia da costruire, la strana idea di aprire e chiudere le attività commerciali e le fabbriche controllandole di notte ha avuto un grande successo. Nel mondo occidentale di allora, era la prima volta che si professionalizzava una attività di sicurezza in forma privata, dato che fino a quel momento la tutela del patrimonio era stata esclusivo appannaggio dello Stato...

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