Perché è utile avere una norma per i contractor italiani

Aumento del PIL, tutela del know-how italiano, impiego degli ex militari: questi i vantaggi principali derivanti dall'istituzione di PMSC (Private Military and Security Companies) italiane sull'esempio di quelle internazionali che si spartiscono un mercato di 250 md di dollari. Umberto Saccone, presidente di IFI Advisory, ne parla a essecome.

Il Sottosegretario alla Difesa on. Tofalo ha confermato, in un’intervista concessa a essecome lo scorso 5 febbraio (leggi) che il Governo è interessato a regolamentare il settore dei contractor per la sicurezza delle nostre aziende all’estero e, quindi, per tutelare informazioni sensibili per l’Italia. Quali sono gli aspetti principali che, secondo lei, dovrebbero venir regolamentati per consentire lo sviluppo di operatori italiani in grado di competere con le grandi organizzazioni internazionali che lavorano da anni in tutto il mondo?

Il sottosegretario Tofalo ha mostrato una particolare sensibilità ai temi della sicurezza. Dobbiamo pertanto dargli atto dell’impegno, con la speranza che riesca coinvolgere quegli attori pubblici e privati che siano in grado di offrire una corretta visione sullo stato delle cose. Una cabina di regia con la quale il governo possa integrare visione, programmazione, coordinamento e azione concreta. Il tema della sicurezza è un tema multiforme, che va esplorato nel suo complesso. La questione dei rischi globali non è solo teorica, ma impatta direttamente sull’economia degli stati, sulle imprese e sul funzionamento del sistema paese ed è in quest’ottica che dobbiamo affrontare il tema.
Le relazioni pubblico-privato in Italia non funzionano. È oramai accertato che la gestione delle questioni geopolitiche planetarie necessita di una profonda sinergia istituzioni-privati per governare eventi eccezionali. Pertanto, affrontiamo per prima cosa il problema delle relazioni pubblico-privato. Ritengo che il binomio stato-aziende rafforzato da una partnership strutturata possa assicurare una tutela allargata all’intero sistema paese.
Se le imprese vengono danneggiate da atti di terrorismo, attività spionistiche, sabotaggi, frodi, furti, eccetera, non è solo “l’ente economico” ad essere danneggiato, ma l’intera comunità.
In quest’ottica, mettiamo ordine alle nostre riflessioni secondo un programma strutturato che tratti in un unico grande progetto la partnership pubblico-privato, la sicurezza dei lavoratori, la vigilanza privata, i contractors, gli oneri per la sicurezza e, ultimo ma non ultimo, il tema dei diritti umani, evitando iniziative a macchia di leopardo che, di fatto, generano solo confusione e non soddisfano il requisito...

 

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