Cittadini dell'Ordine, ovvero l'evoluzione della specie
Quando la Corte di Strasburgo ha censurato nel 2007 due principi cardine dell'ordinamento italiano della vigilanza privata, le tariffe amministrate e il limite provinciale della licenza di PS, ha di fatto decretato la fine degli "istituti di vigilanza" generati dal Regio Decreto n. 773 del 1931, l'originale modello d'impresa privata soggetto al controllo delle autorità di polizia per contribuire alla sicurezza dei cittadini.
Si è così aperta la strada alle "società di sicurezza" di stampo internazionale, in grado di competere sul mercato in base alla qualità dei servizi erogati, alla solidità patrimoniale e alla capacità di innovare.
Un'evoluzione radicale della specie che richiede risorse adeguate ma, soprattutto, la capacità da parte dei vertici aziendali di guardare avanti e di coinvolgere le proprie organizzazioni nel cambiamento.
Avevamo paragonato a suo tempo questo passaggio a quello del bruco che deve morire per trasformarsi in farfalla, domandandoci quali fossero gli operatori in grado di reggere a una prova così impegnativa in un settore considerato conservatore per definizione.
I Cittadini dell'Ordine sono il primo e indiscutibile esempio della capacità di evolvere per sopravvivere ai cambiamenti, come dimostrano la storia alle spalle e la visione per il futuro di Goffredo Cremonte Pastorello, esponente della quinta generazione della famiglia alla guida ininterrotta del gruppo dal 1870, che abbiamo intervistato, all'indomani del 155° “compleanno” della società, a seguito dell'acquisizione di una società di cybersicurezza, un'operazione strategica portata a termine dopo approfondite valutazioni di opportunità.
Partiamo dal passo più recente di un percorso che tocca tre secoli: cosa significa per voi l'acquisizione di Cyberloop?
L’acquisizione di Cyberloop rappresenta un momento strategico nella nostra evoluzione. La sicurezza non può più limitarsi alla protezione fisica di beni e persone: oggi, minacce e vulnerabilità si estendono al mondo digitale. Con Cyberloop portiamo dentro il nostro gruppo competenze consolidate nella cybersecurity, offrendo una protezione realmente integrata, che risponde in modo concreto alle nuove esigenze del mercato.
L’entrata di Cyberloop si colloca proprio nell'ottica di voler continuare ad ampliare i servizi offerti dal gruppo CDO, ma sempre mantenendo alti livelli di competenza e serietà. Siamo entrati nel mondo della cybersecurity con un'azienda solida, specializzata, che da anni opera nel settore della sicurezza informatica, evitando qualsiasi forma di improvvisazione. Questo approccio ci permette di garantire soluzioni affidabili e allineate agli standard più elevati del mercato.
Innovare per sopravvivere è oggi il mantra per qualsiasi attività imprenditoriale. Quali sono i punti chiave che lei ha disegnato per il futuro del suo Gruppo?
L’evoluzione del settore ci ha già imposto di affrontare cambiamenti importanti, soprattutto nell’ambito della sicurezza tecnologica. Per questo, già da diversi anni, abbiamo sviluppato una divisione interna dedicata alla tecnologia, con l’obiettivo di offrire ai nostri clienti soluzioni sempre all’avanguardia. Non ci limitiamo alla semplice vigilanza, ma ci occupiamo in modo strutturato di progettazione, installazione e manutenzione di impianti di sicurezza, spaziando dai sistemi più tradizionali fino alle tecnologie più evolute.
Oggi proponiamo impianti antincendio, sistemi di rilevazione fumi e, soprattutto, piattaforme di video analisi predittiva basate su intelligenza artificiale. Quest’ultima è un’innovazione fondamentale, perché permette di prevenire situazioni di rischio prima ancora che si verifichino, analizzando comportamenti anomali o condizioni potenzialmente pericolose in tempo reale.
Il nostro futuro si fonda quindi sulle seguenti direttrici: integrazione tra sicurezza fisica, tecnologica e digitale; eccellenza operativa; formazione continua delle nostre risorse umane; strategie di diversificazione a livello di business e a livello geografico.
In un mondo in cui sta cambiando la stessa nozione di “sicurezza”, puntiamo alla crescita sostenibile, all’affidabilità dei servizi, allo sviluppo multibusiness, di cui l’operazione Cyberloop è per noi un ottimo esempio, e alla dimensione internazionale, come testimonia già da anni la presenza consolidata del nostro gruppo in Romania, attraverso la società controllata Civis Paza.
Dal suo punto di vista, quali potrebbero essere gli adeguamenti normativi necessari per facilitare la transizione da istituto di vigilanza a impresa di sicurezza?
Per favorire questa transizione, è fondamentale intervenire su più livelli. In primis, occorre una semplificazione concreta degli iter burocratici che spesso rallentano l’operatività delle società di sicurezza, inficiandone la capacità di rispondere alle necessità della collettività.
In secondo luogo, è necessario un efficientamento complessivo dei procedimenti amministrativi, sia in termini di tempi, sia di chiarezza normativa, di modo che si sviluppi un aggiornamento coerente del quadro normativo che rifletta l’attuale scenario e le reali esigenze del mercato.
Come valuta le proposte da più parti di azzerare i cambiamenti introdotti dal DM 269/2010 per restaurare il modello antecedente già cassato dall'Europa?
Le restaurazioni non hanno mai funzionato. Il cambiamento va gestito, non negato. Lo smantellamento del vecchio sistema, anche se indubbiamente ha rappresentato un primo passo verso la modernizzazione del settore, non è stato gestito in modo organico. Occorre dunque un processo di rinnovamento strutturato e partecipato, che coinvolga imprese, istituzioni e stakeholder del settore. Serve guardare avanti, magari prendendo anche come riferimento le normative adottate nei Paesi europei più evoluti in ambito sicurezza.
In un mondo sempre più interconnesso, quale pensa sarà il ruolo della sicurezza – fisica e digitale – per il futuro delle imprese e della società?
Credo che la sicurezza diventerà sempre più una condizione abilitante, non più solo una barriera difensiva, ma un elemento essenziale per permettere lo sviluppo, l’innovazione e il funzionamento stesso delle attività. Le imprese, le infrastrutture pubbliche, le città stesse potranno crescere e innovare solo se saranno capaci di garantire ambienti sicuri, affidabili e resilienti – fisicamente e digitalmente.
In questo senso, la sicurezza sarà sempre più integrata e invisibile, progettata fin dall’inizio e non solo come risposta all’emergenza. Noi vogliamo essere parte attiva di questo cambiamento, offrendo alle organizzazioni un partner capace di accompagnarle nella transizione verso modelli più sicuri, intelligenti e sostenibili.
Con Cyberloop abbiamo esteso questa visione anche al cyberspazio, perché oggi una falla informatica può avere conseguenze gravi quanto una breccia fisica. Il nostro obiettivo è contribuire a un ecosistema di sicurezza integrata che protegga non solo gli asset, ma anche le persone, i dati e la reputazione delle realtà con cui lavoriamo.
Cittadini dell’Ordine è oggi una delle poche realtà italiane in grado di rappresentare in modo concreto l’evoluzione del settore: da storico istituto di vigilanza a impresa di sicurezza integrata, capace di affrontare minacce complesse con strumenti moderni e visione strategica.
La “specie” è cambiata. E chi non evolve, rischia l’estinzione.
Contatti:
Cittadini dell’Ordine S.p.A.
www.cittadinidellordine.com - contatti@cittadinidellordine.com
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