Guardie giurate a bordo dei treni? Parliamone

Tullio Mastrangelo, Presidente di A.N.I.V.P. - Associazione Nazionale Istituti di Vigilanza Privata, anticipa la proposta di impiegare le guardie giurate a bordo dei treni per prevenire e mitigare gli atti di violenza contro le persone e il materiale ferroviario. La proposta verrà presentata in occasione di APR 2025 che si terrà il 5 maggio presso Confcommercio Milano.

Il sistema della vigilanza privata si propone come partner delle istituzioni che devono garantire la sicurezza del trasporto ferroviario. Per quali servizi e con quali modalità possono operare oggi le guardie giurate?
Il sistema della vigilanza privata può certamente proporsi come partner delle istituzioni pubbliche preposte alla sicurezza del trasporto ferroviario, esattamente come avviene da anni negli aeroporti, nei porti e nei tribunali. Si tratta di attività sussidiarie alla sicurezza pubblica delegate alla vigilanza privata per consentire alle forze dell'ordine di dedicarsi a servizi più complessi. Peraltro, nel sistema del trasporto ferroviario, in particolare nelle grandi stazioni di Milano e Roma, operano già istituti di vigilanza con guardie giurate e personale non armato per dare assistenza ai viaggiatori e prevenire reati.
A bordo dei treni sono state fatte sperimentazioni, in particolare da Trenord, grazie soprattutto ad un intervento/deroga alla normativa che consente di viaggiare “armati” a bordo treno esclusivamente agli appartenenti alle forze dell’ordine in servizio. Questa opportunità potrebbe trovare ancor oggi utile applicazione, se non divenire un modello permanente di riferimento.
Già da tempo in diverse città le aziende di trasporto pubblico locale utilizzano le guardie giurate come supporto per il controllo della fiscalità, ovvero che i passeggeri abbiano il titolo di viaggio, con risultati positivi anche sul piano economico per effetto del recupero del prezzo dei biglietti.
Non a caso ci sono stati degli interventi anche a livello di ferrovie regionali, come la Regione Lazio, per dare la possibilità alle guardie giurate di chiedere il titolo di viaggio a bordo treno.
Pur essendo un’attività permessa dalle normative vigenti, si devono risolvere i vincoli della territorialità delle licenze di PS degli istituti e delle guardie giurate. Un treno attraversa diverse province e va chiarito il punto di vista di Prefetture e Questure in merito alla legittimità a operare in più territori. Ogni provincia dev’essere coperta da un’autorizzazione specifica o è sufficiente l'autorizzazione dalla partenza? Questo consente di avere la copertura anche dove si arriva e, in caso, nel viaggio di ritorno?
Per questi aspetti si potrebbe fare riferimento al precedente del trasporto valori dove, a suo tempo, si era dovuto risolvere proprio il problema della territorialità della licenza e del viaggio i ritorno.

Oltre agli aspetti normativi, quali altri problemi si dovranno risolvere per dare seguito a questa proposta?
Di sicuro ci sono aspetti operativi non secondari che rendono più complessa questa attività rispetto all’esempio del trasporto pubblico urbano.
Un aspetto importante è la frequenza delle fermate: in città i mezzi fermano ogni tre o quattro minuti con la possibilità di intervento da parte delle forze dell'ordine, mentre i treni, anche se regionali, fermano meno frequentemente. Di conseguenza, chi opera a bordo potrebbe trovarsi in situazioni più isolate, rendendo più difficile assicurare il supporto necessario al personale viaggiante per lavorare con la dovuta tranquillità.
A questo proposito, un altro aspetto di rilievo per garantire l’efficacia del servizio e la sicurezza del personale, è la presenza a bordo treno di almeno due guardie operanti in coppia, dotate di bodycam e quant’altro permetta di documentare le situazioni critiche che potrebbero provocare conseguenze di natura penale.
E’ fondamentale poter documentare i fatti e avere un sistema di comunicazione con la Polfer per fare in modo che alla prima stazione, dopo che si è verificata un'aggressione o un altro episodio, la polizia possa intervenire per gli adempimenti e le denunce del caso.

Ci saranno da risolvere anche aspetti contrattuali per le guardie come, ad esempio, l’orario di servizio collegato all'andata e ritorno.
Le guardie devono espletare il servizio in turni completi e non frazionati, ingestibili per gli istituti di vigilanza e antieconomici per la committenza.
E’ necessario impostare l’organizzazione in modo che contemperi le esigenze di ogni attore coinvolto: polizia ferroviaria, committenza, organizzazioni sindacali, istituti di vigilanza.
Questa condizione non può che risultare da un tavolo unitario tra tutte le parti, che dovrà venire istituito quanto prima possibile, in quanto tutto nasce dall’esigenza di trovare rapidamente una soluzione per aumentare la sicurezza nel trasporto ferroviario regionale, dove si verificano maggiormente episodi di violenza a carico del personale viaggiante e dei passeggeri.

Parliamo di un'altra questione, la propensione delle società di vigilanza ad affrontare una sfida così impegnativa. Ritiene che il settore sia pronto?
Di sicuro, una delle componenti essenziali per svolgere questa attività nel modo dovuto è un’adeguata formazione del personale, un tema già molto sentito nel settore dovendo assicurare una formazione continua ad un numero elevato di operatori impiegati nelle molteplici specializzazioni oggi richieste.
Per la sicurezza sui treni, è indispensabile un programma di corsi specifici, come peraltro già prevedono le normative che regolano le attività che esulano dalla tutela del patrimonio.
Una situazione molto simile è quella delle strutture di pronto soccorso dove vengono impiegate le guardie giurate che devono fare dei corsi riguardanti le caratteristiche peculiari dell’ambito ospedaliero. Come nell'ambito ferroviario, la prima professionalità da acquisire è la capacità di gestire l'aggressività delle persone. Il primo requisito è di non usare la forza ma le tecniche per gestire e diminuire l'aggressività. Avendo a che fare, ad esempio, con una persona in stato di alterazione da alcol o da stupefacente, si dovrà agire in un certo modo, come insegnano le tecniche.
E’ fondamentale che le guardie giurate impiegate in questi servizi siano preparate per dare il supporto necessario al capotreno che si trova in difficoltà. E’ evidente che l’intervento di due guardie giurate in divisa, in grado di placare la carica rabbiosa e di portare la persona a non porre in essere delle violenze sia verbali che fisiche, sarebbe la situazione auspicata e più apprezzata anche dai viaggiatori.

Un’ultima domanda: cosa si propone il convegno del 5 maggio?
Il nostro delegato per la sicurezza dei trasporto pubblico, il dottor Andrea Galletta, riassumerà nel suo speech le conclusioni della sperimentazione del servizio quando era direttore della sicurezza di Trenord e racconterà le problematiche, le criticità e i punti di forza che ha riscontrato.
Contiamo di far scaturire dal convegno un dibattito che, alla fine, dovrà portare al tavolo il Ministero dell’Interno, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti oltre agli attori sopra citati con l'obiettivo di elaborare e mettere a terra il progetto. Potrebbe essere un disciplinare che renda efficace e sostenibile per tutti questo servizio.

 

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