Industria della sicurezza, cosa lascia il 2020?

editoriale di essecome online 8/2020

Cosa lascia il 2020 alle aziende ed alle persone della sicurezza privata italiana che, ricordiamo, occupa tra tecnologie e servizi circa 200.000 persone, fattura almeno 10 miliardi e contribuisce in modo concreto alla sicurezza del Sistema Paese?
Da quanto si è visto, diverse ammaccature ma anche la prova di un forte istinto di sopravvivenza e di capacità di adattamento.
In altre parole, la dimostrazione di un’inattesa resilienza di sistema.
Gli installatori hanno reagito al primo blocco sfruttando le deroghe concesse dai vari DPCM per assicurare l’efficienza dei sistemi installati e completare i lavori avviati. In questo modo, la supply chain si è mai interrotta del tutto ed ha potuto rispondere con prontezza alle richieste di soluzioni per il controllo delle temperature, dell’uso delle mascherine e dell’occupazione degli spazi imposti per le riaperture di maggio, che si sono dimostrate un’autentica manna per l’intera filiera (*).

Sul fronte dei servizi, la reazione è stata parallela. Nella prima fase sono stati presidiati i siti produttivi e commerciali che avevano dovuto chiudere ma, soprattutto, le guardie giurate e gli operatori non armati hanno garantito il rispetto delle regole negli ospedali e nei supermercati, esponendosi in prima linea per la sicurezza delle persone.
Nella seconda fase, queste prestazioni sono state estese ai siti che avevano riaperto l’attività dove, spesso, sono state le stesse società di servizi a fornire anche i sistemi necessari per i controlli di tipo sanitario, accelerando così l’evoluzione verso i modelli di integrazione di servizi e tecnologie che il mercato richiede già da tempo.
Si potrebbe quindi concludere che, tutto sommato, il sistema abbia retto piuttosto bene alla “doccia scozzese” di aperture e chiusure durante le varie fasi della pandemia, dimostrando ancora una volta l’anti-ciclicità strutturale del settore.

E adesso? Cosa succederà nel 2021?

Finita la gestione emergenziale, si capirà quanto il passaggio a regime di pratiche per noi innovative come la didattica a distanza, lo smart working e lo stesso e-commerce influiranno in concreto sugli stili di vita e le esigenze delle persone, anche in termini di sicurezza. Si sono già manifestati i primi effetti sul mercato immobiliare ed i progettisti si stanno adeguando a paradigmi diversi da quelli correnti anche solo un anno fa.
Secondo gli analisti internazionali, almeno per il primo semestre del 2021 la sicurezza fisica risentirà a livello globale di un rallentamento degli ordini per l’incertezza delle prospettive economiche nel medio/lungo termine, pur individuando segmenti di potenziale crescita come i software di gestione da remoto di eventi (PSIM) e di edifici (BMS), i sistemi di analisi video con l’impiego di AI, i sensori di campo intelligenti, il facility management integrato, le piattaforme di gestione delle catastrofi.
Ancora una volta, saper cogliere, interpretare e rispondere rapidamente ai segnali che verranno dal mercato sarà la sfida per l’industria della sicurezza privata nei prossimi mesi, ma quanto ha dimostrato nell’annus horribilis 2020 potrebbe indurre ad un cauto ottimismo.

(*) Da quanto si è visto, la fornitura di termoscanner e di termocamere non è stata sempre gestita con la necessaria attenzione per assicurare la qualità dei prodotti. Un problema che ha riguardato anche l’utenza e non solo in Italia: per la fretta di riaprire cercando di spendere il meno possibile, amministrazioni pubbliche e private di mezzo mondo hanno comprato grandi quantità di dispositivi fuori norma, che neppure facevano quanto veniva dichiarato da produttori senza scrupoli che hanno potuto approfittare della situazione per fare un pieno insperato di utili.

 

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