Per il 26% delle famiglie la propria zona è pericolosa

Roma, 24 giu. (Adnkronos) - Il 26,4% delle famiglie italiane sente che la zona in cui vive e' a rischio criminalita'. Secondo i dati dell'indagine Istat 2012 sulle famiglie, elaborati dall'Osservatorio sulla sicurezza sussidiaria e complementare dell'Assiv, l'associazione della vigilanza privata aderente a Confindustria, la percezione di insicurezza e' rimasta quasi invariata a livello nazionale rispetto al 2011 (26,6%), variazioni invece vengono registrate a livello territoriale.

 La regione italiana che si sente meno sicura e' la Campania, che occupa il primo posto con il 38,7% delle famiglie che dichiarano presenza di rischio criminalita' nella zona in cui vivono. Pur mantenendo il primo posto nella classifica dell'insicurezza, la Campania ha però  fatto molti passi avanti, registrando il maggior tasso di riduzione (-6,7%) della percezione di insicurezza rispetto all'indagine 2011. Al secondo posto il Lazio, dove l'insicurezza e' percepita da 32,9 famiglie su 100, anche qui in calo sul 2011 (-1,9%). Sale molte posizioni, dal nono al terzo posto, l'Umbria dove sono 32,7 su cento le famiglie che sentono il rischio criminalita', con un aumento del +10,8% rispetto al 2011. Al quarto posto si colloca il Veneto con 29,4 famiglie su cento (+4,2%) e al quinto la Lombardia con 29 famiglie (in calo del -3,2%). Subito dopo e' la volta del Piemonte con il 27,4% (+0,7%) e a seguire della Puglia dove le famiglie che dichiarano rischio criminalita' sono 25,7 su cento, in aumento dell'1,3%.

Le regioni dove invece la percezione di insicurezza e' piu' bassa sono guidate dal Trentino Alto Adige, dove solo 8,6 famiglie su cento (+ 0,3%) dichiarano la presenza di rischio criminalita' nella loro zona. Il secondo posto e' della Valle d'Aosta col 13,1% (+2,3%), seguita a pari merito da Friuli Venezia Giulia e Molise con il 13,8%, ambedue con percentuale invariata rispetto al 2011. Le altre regioni piu' tranquille sono tutte meridionali: la Sardegna e' al quarto posto con 14,3 famiglie su cento (-1,9%), la Basilicata al quinto con 14,6% (ma rispetto al 2011 segna una crescita del 6,4% e scende di tre posizioni), seguita da Abruzzo con 16,9 famiglie su cento (-0,7%) e Calabria con 17,8 per cento (+3,1%).

 

 

 

 

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