Napoli, nei guai finmeccanica per la videosorveglianza

Napoli -  Nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura di Napoli su presunte irregolarità in appalti per la fornitura di tecnologie al Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, risultano coinvolte 12 persone, delle quali 8 arrestate.  Fra queste, alcuni manager di società del  gruppo Finmeccanica, nei confronti delle quali è stato disposto un sequestro preventivo di 50 milioni di euro.

Gravi e numerose le accuse: associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa di asta, rivelazione del segreto d’ufficio, falso e frode in pubbliche forniture.

Oltre alla fornitura di apparecchiature per il Centro Elettronico Nazionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con sede a Napoli - risultate fra l’altro obsolete e inutilizzabili - e la ristrutturazione del Commissariato PS di Decumani, l’inchiesta  riguarda  sistemi per la videosorveglianza territoriale di alcuni quartieri di Napoli (Forcella, Poggioreale, Ponticelli e Decumani), dell’agro nolano e di diversi  comuni della provincia, per un totale di oltre 7 milioni di euro.

I progetti sono stati finanziati con i fondi distribuiti dal Programma Operativo Nazionale (PON) Sicurezza, nell’ambito del programma di sicurezza territoriale nelle regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, annunciato il 25 settembre 2008 dall’allora ministro all’Interno Roberto Maroni durante l’assemblea generale di ASSIV – Associazione Istituti di vigilanza. In quell’occasione, Maroni chiese pubblicamente il “coinvolgimento delle aziende private in chiave di sussidiarietà, per poter utilizzare proficuamente i fondi destinati dall’Unione Europea alla messa in sicurezza dei territori meridionali soggetti alla criminalità organizzata” (Vigilanza e Dintorni, dicembre 2008).

A cura della Redazione

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