Il piccolo, grande mondo della sicurezza e la “diversa normalità”

All’inizio di giugno, le attività sono quasi tutte ritornate alla normalità sul piano dei vincoli operativi e si tirano le somme dei 100 giorni di blocco, cercando di capire cosa succederà nei prossimi mesi, nei prossimi anni.
Se “niente sarà più come prima” è forse un’esagerazione, con una “diversa normalità” dovremo invece confrontarci tutti, rivedendo molti degli schemi e delle abitudini di prima.
Ma cosa è successo e quale sarà la “diversa normalità” per la filiera della sicurezza fisica italiana che, tra tecnologie e servizi, occupa 200.000 lavoratori e fattura 10 miliardi di euro?
Per il mercato mondiale della sicurezza tecnologica, gli analisti di Memoori stimano una perdita di fatturato che nell’ipotesi migliore sarà del 20% su base annua, circa 7 miliardi di dollari a prezzi di fabbrica e almeno il doppio per l’utente finale con l’installazione, con la previsione che si tornerà a crescere solo nel secondo trimestre del 2021.
Il quadro andrebbe in realtà disaggregato per segmenti e sotto-segmenti.
Nella videosorveglianza, ad esempio, i sistemi ottici sono ancora fermi mentre cresce velocemente la domanda di termocamere per la misurazione della temperatura corporea e di soluzioni di video-analisi per il controllo del distanziamento sociale, obbligatorie per la Fase 2 e, forse, anche in quelle successive.
Sul fronte dell’antintrusione, il lockdown ha azzerato di fatto la richiesta di sistemi di allarme domestici e tutto fa pensare che la diffusione e il consolidamento dello smart working, con contratti di lavoro appropriati, modificheranno in modo permanente lo stile di vita di moltissime persone che richiederanno nuove e diverse funzionalità ai dispositivi di casa, sempre più “intelligenti” ed interconnessi...

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