Stop alle telecamere nascoste sul lavoro

Il Garante della privacy ha considerato illecito il trattamento dei dati personali effettuato attraverso apparati di ripresa installati in modo occulto presso la sede di una società editrice di un quotidiano del sud e lo ha pertanto vietato.

Gli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza su mandato del Garante hanno appurato che presso la sede della società era stato installato nel 2007 un sistema di videosorveglianza "per finalità di tutela dei beni aziendali" composto di diciannove telecamere, quindici delle quali "celate all'interno di rilevatori di fumo e all'interno di segnali luminosi delle uscite di emergenza”, tutte comunque collegate a un registratore digitale.

Le immagini erano visualizzabili attraverso sei monitor, cinque dei quali utilizzati per la visione in tempo reale delle immagini rilevate e uno per la visione delle immagini registrate; il tempo di conservazione delle immagini è risultato pari a sei giorni circa ancorché nelle istruzioni impartite al responsabile del trattamento fosse previsto un tempo di conservazione non superiore alle 24 ore.

Il tutto all'insaputa dei lavoratori, ai quali non era stata fornita alcuna informativa sulla presenza dell'impianto. Non era stato neppure stipulato alcun accordo con le rappresentanze sindacali. Le uniche informazioni, peraltro altamente insufficienti, erano contenute in un cartello di piccole dimensioni (15x15 cm), affisso a circa tre metri di altezza all'ingresso del luogo di lavoro.

Il Garante ha ritenuto che la società abbia violato il principio di liceità, trattando illecitamente i dati personali dei lavoratori, e violato il diritto alla riservatezza e della dignità dei lavoratori, nonché le norme che ne vietano il controllo a distanza. Il Garante ha inoltre disposto il divieto del trattamento di dati personali mediante gli apparati di ripresa occultamente installati presso la sede della società, con obbligo per la società di mera conservazione dei dati eventualmente registrati ai soli fini di consentire l'attività di accertamento da parte delle competenti autorità e la tutela dei diritti degli interessati.

a cura di Cristina Isabella Carminati – Riproduzione riservata

 

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