UK, il Governo dispone la rimozione delle telecamere cinesi dagli uffici statali
Nella newsletter del 13 giugno, IFSEC Insider informa che il Governo del Regno Unito pubblicherà le scadenze per la rimozione dagli uffici statali delle telecamere soggette alla legge cinese sull'intelligence. La decisione è un'estensione della direttiva del Governo che a novembre aveva disposto lo stop all'installazione delle telecamere cinesi.
Sebbene quell'ordine prevedesse l'interruzione di qualsiasi nuova installazione, questo annuncio va molto oltre, con l'effettiva rimozione e sostituzione delle telecamere.
Il piano dovrebbe comportare la rimozione di quantità significative di telecamere installate in uffici e proprietà.
La clausola prevede che il Segretario di Stato “deve pubblicare un calendario per la rimozione” entro sei mesi dall'entrata in vigore del disegno di legge.
Cosa c'è dietro i piani di rimozione?
Si dice che le motivazioni alla base della direttiva siano legate alla sicurezza nazionale, con i funzionari che desiderano limitare la potenziale raccolta di informazioni da parte della Cina.
Il ministro Jeremy Quinn ha commentato così gli emendamenti: “Queste nuove misure proteggeranno i nostri settori sensibili da entità che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale e sono un fermo deterrente per gli attori ostili che desiderano fare del male alla Gran Bretagna”.
Alcuni rimangono scettici su questo argomento, indicando ragioni geopolitiche più ampie per il divieto.
Parlando al Financial Times, Emily Taylor, CEO di Oxford Information Labs, una società di cyber intelligence, ha espresso dubbi per la mossa.
Notando che mentre potrebbe esserci "un problema di sicurezza plausibile ma non provato", Taylor ritiene che il provvedimento sia probabilmente dovuto più a "un aumento delle crescenti tensioni geopolitiche che si stanno esprimendo attraverso i divieti tecnologici" aggiungendo che "se guardi in qualsiasi catena di approvvigionamento tecnologico, troverai la Cina da qualche parte. Quindi dove ti fermerai?"
Leggi l'articolo di IFSEC Insider in inglese
