Parità di genere nella sicurezza, un obiettivo irrinunciabile per il bene comune

Perché ci sono così poche le donne nei posti di responsabilità del mondo della sicurezza? Perché si devono aspettare disposizioni dall'alto per raggiungere la parità di genere in un settore dove sono determinanti caratteristiche peculiari delle donne come empatia, capacità di ascolto e senso pratico? Risponde Gianna Detoni, presidente di Pantaray.

E’ possibile superare il divario strutturale di genere senza dover ricorrere ad imposizioni normative che possono risultare controproducenti sul piano della consapevolezza sociale? Cosa si dovrebbe fare?
Mi ha molto colpito un dato del Global Gender Gap Report 2020 presentato al World Economic Forum. Lo studio, che ha coinvolto oltre 100 Paesi, ha evidenziato che un cambiamento culturale - secondo le stime - potrebbe avvenire in 99,5 anni. In particolare, il gap esistente tra uomini e donne in termini di partecipazione al lavoro, compensi e leadership dimostra un progresso così lento che si stimano 257 anni per raggiungere la parità di genere. Ecco, questo mi indigna profondamente e credo sia la risposta migliore a tutti quelli (in larga parte uomini) che ancora predicano calma e pazienza sul tema.
Lo scorso giugno, il ministro Provenzano si è rifiutato di partecipare a una conferenza dove tutti i relatori erano uomini. Questo è stato un segnale importantissimo, che vale più di tante belle parole destinate a cadere nel vuoto se non seguite da atti concreti. Mi piacerebbe vedere altri esempi di questo tipo, unitamente a veri e propri atti di ribellione. Non esiste, al giorno d’oggi, vedere panel di speaker o board di organizzazioni composti esclusivamente da uomini e sarebbe bene che tutti – a cominciare dagli stessi uomini – iniziassero a dissociarsi o, in alternativa, a provare vergogna.
Un esempio concreto nel nostro settore è il Clusit, ovvero l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, che di recente ha rinnovato il proprio Comitato Direttivo eleggendo diciotto uomini e nemmeno una donna. Non mi occupo strettamente di sicurezza informatica, non sono socia del Clusit e – per quel che so – l’Associazione da diversi punti di vista fa anche un’opera meritoria in materia. Ma è sufficiente? Personalmente, lo interpreto come un grande fallimento di tutta la community e se fossi un membro del direttivo sarei in forte imbarazzo...

Leggi l'articolo di essecome online 8/2020

 

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